La festa della donna, tra buone e cattive notizie che arrivano dal mondo

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La Festa delle donne, che da sempre spacca il mondo femminile in due, tra chi la sostiene e chi la ripudia in quanto mera usanza commerciale, quest’anno porta con sé notizie poco rassicuranti in materia di diritti femminili. Il report pubblicato di recente dalla World Bank “Women, Business and the Law 2019”, che esplora le riforme messe in atto da 187 Paesi negli ultimi dieci anni per regolare l’uguaglianza di genere, rivela che solo sei Paesi al mondo garantiscono per legge a uomini e donne le stesse possibilità. Sono stati utilizzati i seguenti criteri: muoversi, trovare un lavoro, essere pagata, sposarsi, avere bambini, avviare un’impresa, gestire il patrimonio e andare in pensione. Questi elementi vengono valutati in una scala da 1 a 100, secondo l’efficacia della legislazione.

Ai primi posti Belgio, Danimarca, Francia, Lituania, Lussemburgo e Svezia, che totalizzano un punteggio massimo per ogni categoria.

I Paesi del Medio Oriente e dell’Africa Sub-sahariana si troverebbero sotto la media, il che significa che le donne in questi Paesi hanno circa la metà dei diritti legali rispetto agli uomini, informazione che purtroppo già si conosceva.

L’Italia si colloca al 22° posto, raggiungendo il massimo punteggio nelle seguenti categorie: mobilità, ricerca di lavoro, remunerazione, possibilità di avere figli, aprire un’impresa propria e gestire il patrimonio. Ancora da migliorare invece la possibilità di sposarsi e prendere una pensione.

Inoltre c’è una bella differenza tra le leggi che tutelano un diritto e la loro messa in pratica: un punteggio di 100 nella categoria “possibilità di avere figli” non significa che le donne in Italia possano scegliere facilmente di essere madri. Vuol dire che le riforme messe in atto nei dieci anni precedenti tutelano la maternità “al massimo livello”, ma si dovrebbe studiare caso per caso nel dettaglio e nel concreto.

Per tutti i Paesi invece una buona e una cattiva notizia: la buona è che il trend registrato dalla World Bank è positivo, le disuguaglianze tra donne e uomini si stanno assottigliando. La cattiva è che diminuiscono a un ritmo troppo lento: secondo delle stime elaborate sul report citato, con questa velocità di cambiamento si raggiungerebbe la piena parità solo nel 2073.

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