Errori grammaticali o evoluzione linguistica? Qual è il rapporto tra l’italiano scritto e parlato

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Nel passato la lingua scritta era riservata alla classe elitaria, in grado di saper leggere e scrivere, mentre il popolo, prevalentemente analfabeta, comunicava soprattutto attraverso il linguaggio parlato.

Gradualmente poi, l’italiano scritto e quello parlato sono diventati molto simili e utilizzati da tutti, e questa situazione è rimasta invariata fino ai giorni nostri.

Attualmente però, la lingua italiana vive una fase di profonda trasformazione, e i cambiamenti che la stanno attraversando sono per gran parte dovuti all’avvento del linguaggio digitale”. Soprattutto tra i giovani la comunicazione avviene tramite internet e le varie piattaforme social, e soprattutto attraverso le app di messaggistica come Whatsapp. Questo ha dato la spinta a due importanti cambiamenti del nostro linguaggio: il primo è l’introduzione di parole nuove, prevalentemente abbreviazioni, modi di dire, parole straniere, tipiche della comunicazione via sms e chat. Alcuni esempi che rendono perfettamente l’idea sono le espressioni “x”, che sostituisce la preposizione “per”, “thks” come “thanks, grazie”, “gg” al posto di “giorno”. Nulla di grave se si limitasse il loro uso esclusivamente ai messaggi sul telefonino. Purtroppo però, gli adolescenti confondono questo modo di comunicare con l’italiano corretto, necessario per scrivere testi scolastici, temi e risposte nelle verifiche. A questo si aggiunge la brutta abitudine, diffusissima tra i giovani, di leggere poco o nulla, che contribuisce ad aumentare la distanza tra loro e la lingua italiana scritta ufficiale.

Il secondo cambiamento è che alcuni modi di dire, usati nella comunicazione orale e giudicati errori nella grammatica italiana, sono ormai stati accettati nell’italiano definito dagli esperti “contemporaneo e di uso medio”. Il più importante è quello che vede la definitiva “morte” del congiuntivo. L’esempio più significativo è l’espressione “credo che il compito è difficile” al posto di “credo che il compito sia difficile”.

È triste pensare che una lingua ricca di sfaccettature e complessa come l’italiano venga così brutalmente “mutilata”. I giovani dovrebbero imparare a riscoprirla e, forse, persino ad amarla.

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