Imparare l’inglese: l’età giusta per cominciare

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Ormai conoscere l’inglese è un requisito fondamentale in età adulta sia per la ricerca del lavoro, sia per relazionarsi con il resto del mondo, un mondo sempre più globalizzato e multiculturale.

Per chi non è più in età scolare apprendere l’inglese diventa un’impresa piuttosto difficile, soprattutto perchè dopo tanti anni imparare a pensare in un altra lingua crea grandi difficoltà, così come riconoscere i suoni tipici di un idioma e distinguere parole che hanno pronuncia molto simile ma significati diversi.

Per questo motivo tutti gli esperti sono d’accordo nel dire che la fase iniziale di apprendimento di una lingua straniera va cominciata il prima possibile, in tenera età, ancor meglio nei primi anni di vita. La ragione sta nel fatto che fino a tre anni di età le informazioni fonetiche di un idioma vengono apprese e fissate nel cervelletto per sempre. In questa fase non sono chiaramente ancora in gioco il significato delle parole o le regole grammaticali, ma i suoni caratteristici della nuova lingua. Cosa fare quindi con un bambino così piccolo? Fargli ascoltare musiche e favole in lingua, guardare insieme a lui cartoni animati in inglese, in modo che tutto avvenga come un gioco. Molto utile è cercare di fare tutto questo con una certa costanza, anche se per brevi momenti al giorno ma se possibile tutti i giorni.

Quando il bambino è più grande può frequentare dei corsi studiati per lui, l’importante è che continuino a strutturare l’apprendimento come una forma di gioco, che lo coinvolga in maniera attiva e divertente e che quest’attività continui anche a casa, sempre grazie a cartoni, favole e musiche.

È meglio non pressarlo interrogandolo sulle parole o chiedendogli di dire frasi programmate, servirebbe solo a fargli percepire il tutto come qualcosa di scolastico. Piuttosto si può ogni tanto conversare con lui in inglese in maniera elementare e capire così se sta imparando parole nuove e se sa contestualizzarle in semplici discorsi.

Infine, se si ha la possibilità, si possono sfruttare le vacanze per viaggiare in Paesi stranieri, dove il piccolo potrà conoscere le varie culture e confrontarsi con coetanei che parlano la lingua che lui sta imparando, arricchendo così il suo bagaglio di conoscenze ma soprattutto di esperienze di vita.

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