Guida alla prima, sospirata, supplenza!

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Per un giovane appena laureato e desideroso di diventare insegnante, la supplenza è sicuramente uno dei passi più importanti nel percorso che lo porterà a questa professione in maniera definitiva, perché le varie sostituzioni danno la possibilità di accumulare punti, che aiuteranno a scalare le graduatorie di inserimento più velocemente.

Cosa può succedere però quando arriva la tanto attesa chiamata? Il neo insegnante potrebbe essere colto da un piccolo (o grande) attacco di panico all’idea di dover entrare per la prima volta in una classe piena di allievi sconosciuti. La prima regola è dunque quella di rimanere lucidi e non perdere la calma. I bambini e gli adolescenti colgono alla perfezione lo stato d’animo di chi hanno di fronte e un insegnante agitato o insicuro è per loro il pretesto per “fare i furbetti”.

La seconda cosa da fare è informarsi subito dai colleghi sulla classe che si va a coprire: è fondamentale avere delle “dritte” sul carattere dei ragazzi, sugli equilibri esistenti, su eventuali problemi o disturbi di alcuni di loro, ma è altrettanto fondamentale poi, non lasciarsi condizionare troppo da ciò che ci è stato detto e giudicare con i propri occhi e il proprio punto di vista. Altra regola fondamentale è evitare di criticare l’operato dell’insegnante che si sta sostituendo. Oltre che improduttivo e assolutamente inutile, serve solo a destabilizzare i ragazzi e creare confusione in loro. Infatti il loro insegnante, che sia in gamba oppure no, è il loro punto di riferimento e la figura autorevole a cui si affidano e sentir parlar male di lui non aumenterebbe la stima per il sostituto.

Quello che deve fare un buon supplente, soprattutto se la sua permanenza in classe non sarà lunga, è accompagnare i suoi alunni in questo momento di assenza del loro insegnante, proseguendo con loro il cammino già intrapreso dal collega, cercando di far rispettare le regole già esistenti e approvate dalla classe e guadagnandosi il rispetto dei ragazzi non attraverso urla e punizioni, ma con una buona didattica, serietà professionale e tanta, tanta umanità!

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