Scuole “gender-neutral”: giusto o sbagliato?

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Da anni psicologi e studiosi del settore si impegnano a capire se molti dei comportamenti sociali di maschi e femmine siano innati o se sono stati invece imposti dalla società, ma non si è ancora arrivati ad una teoria certa e condivisa. Perché le bambine sono spesso graziose e sensibili e i maschietti vivaci e prepotenti? Una delle risposte più radicali a questa domanda arriva dalla Svezia, considerato il quarto paese al mondo per uguaglianza di genere in settori come il lavoro, l’istruzione e la politica. Qui infatti le scuole statali sono prevalentemente gender-neutral, ovvero crescono i bambini senza distinzione di genere e in alcuni casi distruggendo gli stereotipi comuni. I bambini di queste scuole non vengono mai classificati tra maschi e femmine ma ognuno di loro viene chiamato con il proprio nome e, quando ci si rivolge alla classe, il termine usato è un generico “amici”. Non si usano bambole o macchinine come giocattoli, ma strumenti ludici adatti ad entrambi i sessi, non si leggono le fiabe tradizionali su principesse ed eroi (maschi!) ma storie di animali che, pur diversi tra loro, vivono tutti assieme in armonia. Analizzando il comportamento di questi bambini si è riscontrato che dopo poco smettono di cercare compagni di gioco del loro genere, e persino l’abbigliamento indossato diventa pian piano meno stereotipato.  Le storie delle recite vengono riscritte per includere anche femmine protagoniste, e non solo uomini, oltre che famiglie più simili a quelle reali, quindi anche con genitori single, separati o dello stesso sesso. La maggior parte dei partiti svedesi è favorevole a queste politiche di genere, ma ultimamente ci sono state delle polemiche: i Democratici Svedesi, partito di estrema destra, hanno promesso di eliminare le politiche attente alla neutralità di genere. Alcuni opinionisti sostengono che ci siano genitori contrari a questi metodi ma che spesso si vergognino a dirlo, altri accusano gli educatori di voler negare la natura e imporre un artificioso genere neutro che non esiste. Alle proteste i direttori di queste scuole rispondono così: “le bambine sanno di essere femmine e i maschi sanno di essere maschi. Non lavoriamo sul genere biologico, lavoriamo sull’aspetto sociale, per dare ai bambini l’esperienza della vita nella sua interezza e non a metà”.

 

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