Università, in arrivo cinque nuovi percorsi di laurea

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Il Consiglio Universitario Nazionale all’Istruzione ha dato il via libera per l’avvio di cinque nuovi percorsi universitari.

Si tratta di una laurea triennale e di quattro magistrali. Il percorso dei tre anni si chiamerà Scienze dei materiali, mentre le specialistiche saranno: Data scienze, Ingegneria dei materiali, Neuroscienze e Scienze dei materiali. Saranno percorsi che risponderanno ai cambiamenti del mercato e alle nuove esigenze lavorative e arricchiranno le Università italiane. Le figure che emergeranno da questi nuovi percorsi sono quelle del chimico ricercatore, del tecnologo dei materiali e del chimico industriale. Il chimico ricercatore è colui che studia nuovi modelli molecolari e sulla base di questi sperimenta e realizza nuovi prodotti e li migliora. Ottimizza i processi produttivi, elimina, aggiunge o sostituisce sostanze a prodotti certificando che tutte le operazioni garantiscano qualità e sicurezza. Il tecnologo dei materiali sviluppa materiali nuovi o innovativi sia funzionali che strutturali (es. elettronici, magnetici, per usi energetici, catalitici e ambientali), migliora quelli esistenti e ne determina la conformità secondo gli specifici standard di riferimento. Valuta l’interazione dei materiali con l’ambiente, la salute, l’economia e l’industria e fornisce indicazioni sul loro trattamento. Il chimico industriale è invece un professionista che opera nei reparti di produzione industriale. Egli interviene nelle varie fasi del processo produttivo valutandone le problematiche, anche prelevando campioni ed effettuando analisi chimiche. Controlla e opera sugli impianti, partecipa all’elaborazione e realizzazione di prodotti industriali di sintesi chimica, al miglioramento dei processi produttivi e allo sviluppo tecnologico. Redige e valuta le schede tecniche di sicurezza che accompagnano i prodotti chimici. Predispone la documentazione per lo smaltimento delle sostanze e ne segue le procedure applicative.

Il passaggio successivo spetta al Ministero della Pubblica Istruzione, che dovrà riconoscere formalmente la proposta presentando un decreto che verrà sottoposto al giudizio del Parlamento.

Nei programmi iniziali i nuovi percorsi avrebbero dovuto essere sei, ma non si è trovato l’accordo per il corso magistrale di Gestione e Valorizzazione del Patrimonio.

 

 

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