Quando nasce un figlio, mamma e papà cominciano a fare progetti e sogni su di lui: chissà quando dirà la prima parolina, quando comincerà a fare i primi passi, a mangiare da solo… immaginano il futuro e fanno ipotesi. Ma effettivamente cosa impara il bambino nei primi anni della sua vita?
I primi mesi il bimbo impara gradualmente a controllare la testa e a portarsi le mani alla bocca, comincia a riconoscere il volto dei cari e contraccambiare un loro sorriso. Inizia a fare i primi simpatici versetti con la voce. Intorno a 4-5 mesi il bimbo afferra gli oggetti e sorride spontaneamente alle persone. Intorno ai 7 mesi impara a stare seduto, inizia ad apprezzare il gioco e ama guardarsi allo specchio. In questa fase comincia anche la lallazione. A 9 mesi indicativamente il bimbo gattona, comincia ad avere i suoi giocattoli preferiti e fa smorfie e battimani.
Ad un anno il bimbo riesce a camminare tenendosi però ancora ai mobili, si sfila le calze da solo e soprattutto arriva il momento magico delle prime paroline come “mamma” e “papà”. Al compimento dei due anni il bimbo ha imparato a camminare, correre, ballare, sale e scende le scale, beve dal bicchiere, comincia a dire piccole frasi per farsi capire. Acquista anche il coordinamento necessario per cominciare a usare lo spazzolino da solo. Si può trasformare l’appuntamento con l’igiene orale in un gioco, ricorrendo ad uno spazzolino-giocattolo, tutto colorato o a forma di pupazzetto. Oppure si può proporre una gara davanti allo specchio: vince chi spazzola i denti più a lungo. Se però il bambino si rifiuta di usare lo spazzolino, può essere utile puntare sul suo desiderio di sentirsi grande: spiegargli che imparare a lavarsi i denti li rende più adulti. A tre anni il bimbo, spinto dalla curiosità e dalla voglia di esplorazione, ama pasticciare e lavorare con le mani. Così, per esempio, ama giocare con le diverse paste da modellare, creando oggetti e animali. Ma non solo: alla scuola materna, e poi a casa, si diletta con i collage. Il bimbo socializza con adulti e bambini, sa vestirsi, comincia a conoscersi, a capire le differenze di genere, racconta piccole storie.
A questa età il piccolo, in genere, frequenta l’ultimo anno del nido o il primo della scuola materna: qui le maestre, spesso, gli fanno imparare brevi poesie o filastrocche, magari in occasione del Natale o della festa della mamma o di festicciole organizzate dalla scuola. I bimbi non hanno difficoltà a memorizzare le cantilene apprese e amano ripeterle spesso, anche a casa davanti ai genitori, orgogliosi della propria performance. Può capitare che in certi passaggi si inceppino, saltando qualche parola o inventandosene qualcuna nuova, ma, in genere, si ricordano gran parte delle filastrocche. Insomma, questa è l’età dei cambiamenti quotidiani e la più preziosa anche per i genitori, che assistono meravigliati alla crescita del loro bambino.
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